L’ansia è di per sé un’emozione sana, che ci consente di difenderci dai pericoli. Essa ha perciò un significato evolutivo molto importante: se l’uomo non avesse avuto la possibilità di riconoscere le situazioni minacciose per la propria sopravvivenza ora non saremmo qui.. Ciò che ci permette di riconoscere le situazioni come minacciose è proprio lo stato di allerta che chiamiamo ansia.
L’ansia si manifesta essenzialmente con correlati fisiologici: aumento della pressione sanguigna, del battito cardiaco, aumento della frequenza respiratoria, tensione muscolare. Queste modifiche dello stato fisiologico preparano il corpo per le reazioni di attacco o fuga rispetto alla fonte di pericolo. Dal punto di vista cognitivo lo stato di allerta è caratterizzato dalla concentrazione dell’attenzione sullo stimolo minaccioso in modo da poterne controllare la vicinanza e l’assetto e organizzare di conseguenza le nostre risposte.
L’elevato grado di evoluzione cognitiva che la specie umana ha raggiunto e la complessità simbolica della società nella quale viviamo ha ampliato la rosa degli stimoli potenzialmente minacciosi. Così possiamo percepire come minaccioso un esame da dare all’università perché non superarlo metterebbe in crisi la nostra autostima per esempio, o un colloquio di lavoro perché se non riusciamo a sostenerlo adeguatamente rischiamo di rimanere disoccupati. In queste situazioni la tanto temuta ansia ci viene in aiuto permettendoci di organizzare le nostre risorse per fronteggiare la situazione potenzialmente minacciosa, sia attraverso l’aumento dell’attivazione nervosa che facilita il recupero delle risorse di cui abbiamo bisogno, che attraverso la focalizzazione sul problema.
Una volta affrontata la situazione tutto si normalizza di nuovo. L’ansia diventa patologica quando abbiamo l’idea di essere costantemente sotto la minaccia di qualcosa e ci sentiamo sopraffatti dalle emozioni e dalle sensazioni fisiche che accompagnano quest’idea. Le ragioni del perché alcune situazioni vengano vissute come altamente minacciose vanno rintracciate nella storia di vita del soggetto e nelle sue relazioni di attaccamento che influenzano le attribuzioni di significato e la capacità di autoregolazione dei propri stati emotivi.
I sintomi con cui l’ansia si manifesta sono: sudorazione, tremore, tensione muscolare, palpitazioni, senso di soffocamento, dolori addominali, nausea, irritabilità, sensazione che qualcosa di brutto possa accadere o che si verifichi la situazione temuta senza che ci si possa fare niente.
Dott.ssa Teresa Conti
Psicologa Psicoterapeuta a Bologna (Zona Saffi)
Mi chiamo Teresa Conti, vivo a Bologna, sono iscritta all’ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna con il n. 3421 e il mio orientamento teorico è il modello costruttivista intersoggettivo, in cui mi sono formata presso la scuola di psicoterapia Cesipc di Firenze.
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