La psicoterapia sensomotoria è un metodo psicoterapeutico bottom up che assume come punto di partenza il corpo per capire ciò che crea il disagio psichico e, sempre attraverso il corpo, ripristinare il benessere.
Il corpo è la nostra prima modalità di conoscenza del mondo che ci circonda. I nostri sensi e le nostre sensazioni viscerali sono i primi a recepire ciò che accade intorno a noi. Le altre modalità di conoscenza sono costituite dalla cognizione e dall’emozione, dalle quali la psicoterapia parte di solito per comprendere le motivazioni che creano malessere.
La psicoterapia psicomotoria si focalizza, invece, sulle modificazioni fisiologiche e somatiche per capire l’impatto che l’ambiente, sia relazionale che fisico, ha sull’individuo e di qui ricostruire le motivazioni del disagio psicologico.
Fisiologicamente il malessere si manifesta come alterazione dello stato di equilibrio omeostatico del corpo (v. teoria polivagale di S. Porges) che può andare verso l’ipoattivazione (vissuto come apatia, senso di depressione, spegnimento) o verso l’iperattivazione (vissuto come ansia e stress).
Questi due stati fisiologici influenzano il livello di tensione muscolare, la rigidità o scioltezza dei movimenti, le posture e gli atteggiamenti che assumiamo, a seconda che una situazione ci faccia sentire attivati oppure spenti.
Essi definiscono lo stato del corpo, o pattern somatico, in una certa situazione e in un dato momento.
Attraverso l’attenzione ai pattern somatici è possibile trarre informazioni su come certe esperienze ci fanno sentire e sul significato che stiamo attribuendo ad esse.
Il significato che viene attribuito agli stati del corpo è influenzato dalle norme culturali e sociali e dalle regole implicite ed esplicite della famiglia in cui cresciamo. Se in una famiglia non è legittimo provare tristezza, ad esempio, al bambino che si sente triste l’atteggiamento dei genitori comunicherà più o meno implicitamente che quell’emozione non è opportuna, così il bambino darà a quell’emozione un significato negativo e viverla lo farà sentire probabilmente inadeguato. Questo però non cambia l’esperienza immediata vissuta nel corpo. L’espressione del viso, una sorta di apatia, un senso di spegnimento, la postura curva, sono la manifestazione somatica di quell’emozione che non può essere cancellata o cambiata. Magari viene chiamata stanchezza, magari semplicemente non sa cosa gli succede in certi momenti.
Ciò che il corpo sente e manifesta assume il significato che viene ad esso attribuito, oppure semplicemente rimane ignoto.
Gli stati corporei si esprimono anche all’interno delle relazioni, rivelando la nostra condizione di disagio o di benessere, di remissione o assertività. Un atteggiamento posturale chiuso e ricurvo ha un significato relazionale diverso da uno impettito e proteso verso l’altro. Tendere a posizionarsi ad una distanza maggiore o minore dall’altro, sentirsi impacciati o sciolti. Tutti questi atteggiamenti ci danno indicazioni su come il soggetto si vive rispetto agli altri e su come vive gli altri in relazione a sé stesso.
Le informazioni fornite dal corpo su come stiamo sono più attendibili delle nostre narrazioni, attraverso cui spieghiamo i nostri comportamenti e le nostre sensazioni in modo da considerarli coerenti con l’idea di noi che ci siamo costruiti.
Riprendendo l’esempio del bambino che non può sentirsi triste, se si dovesse trovare in circostanze che gli suscitano quell’emozione, potrebbe trovare delle spiegazioni valide per dirsi che qualcosa lo ha stancato tanto da renderlo spento. Contrariamente ai nostri pensieri le reazioni e le sensazioni somatiche non possono essere modificate o manipolate. Se ci fermiamo a considerare il modo in cui ci sentiamo e ad osservare le nostre posture e i nostri atteggiamenti il nostro corpo ci indica come davvero stiamo in quel momento proprio in quella situazione in cui ci troviamo.
Attraverso l’attenzione focalizzata sui vissuti corporei, la psicoterapia sensomotoria conduce il soggetto alla costruzione di un suo significato, integrando così i vissuti somatici come elemento narrativo delle proprie esperienze. Ciò consente di ampliare la consapevolezza di sé stessi in modo che le sensazioni, le posture e gli atteggiamenti del corpo diventino indizi per capire come ci fa sentire ciò che stiamo sperimentando in quel momento e quale significato stiamo attribuendo a quell’esperienza.
Questo ci permette sia di riconoscere le situazioni che destabilizzano il nostro stato di equilibrio sia di regolarlo meglio.
La psicoterapia sensomotoria è spesso associata al concetto di disregolazione emotiva. La disregolazione emotiva è un indice di vissuto traumatico e si manifesta come pattern automatici di ipoattivazione o iperattivazione, non è controllabile e, spesso, è inspiegabile. L’iper o l’ipoattivazione possono essere anche risposte situazionali, come quando si è in crisi con il partner o quando si hanno problemi sul posto di lavoro, ma questo non vuol che ci troviamo in presenza di una risposta traumatica.
I pattern automatici di cui sopra sono le alterazioni degli stati corporei conseguenti al trauma che sono rimaste nel corpo e che il soggetto non associa all’evento traumatico.
Il corpo ha il suo modo di ricordare gli eventi. Nel corpo rimangono gli indizi di ciò che non è stato elaborato. Guerre, incidenti o disastri naturali così come abusi psichici o fisici, o esperienze di abbandono e trascuratezza durante l’infanzia, costituiscono eventi in cui, per continuare a vivere e a proteggersi dalla sofferenza, si eliminano dalla coscienza le emozioni e gli aspetti dell’evento che feriscono maggiormente (il termine clinico utilizzato è dissociazione). Nel corpo viene però trattenuta la tensione legata alla paura o la flaccidità legata alla rassegnazione o il movimento che non si è potuto effettuare per cambiare quella situazione.
La psicoterapia sensomotoria si pone l’obiettivo di cogliere questi segnali e dal corpo iniziare il processo di elaborazione del trauma lasciando che quelle tensioni e quei movimenti possano essere finalmente rilasciati.
Questo consente il progressivo ripristino di uno stato di equilibrio somatico, sperimentato come maggiore senso di calma e rilassatezza, lo “stato di sicurezza” del corpo, a partire dal quale è possibile una più facile elaborazione anche degli aspetti emotivi e cognitivi dell’evento traumatico.
Dott.ssa Teresa Conti
Psicologa Psicoterapeuta a Bologna (Zona Saffi)
Mi chiamo Teresa Conti, vivo a Bologna, sono iscritta all’ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna con il n. 3421 e il mio orientamento teorico è il modello costruttivista intersoggettivo, in cui mi sono formata presso la scuola di psicoterapia Cesipc di Firenze.
P.I. 03714101205