L’anoressia nervosa si contraddistingue per un desiderio patologico di magrezza, dalla paura di ingrassare che porta ad una esagerata restrizione alimentare e dall’alterazione della percezione dell’immagine del proprio corpo (dismorfofobia). Anche se sono emaciate, le persone anoressiche, continuano ad avere una percezione delle loro forme troppo rotonde. Il pensiero del cibo è totalizzante e l’organizzazione della vita del soggetto ruota intorno ad esso. Hanno fame ma sono bravissime a tenerla sotto controllo, ed è proprio questa capacità di controllo che permette loro di provare il senso di autoefficacia e di forza che le fa sentire completamente autosufficienti rispetto agli altri.
Il mondo delle relazioni rappresenta, infatti, il luogo dove emergono gli aspetti di sé con cui fanno fatica a confrontarsi, dove si evidenziano sentimenti ed emozioni legate ad una immagine di sé molto poco definita che fanno sentire destabilizzati, cosa tipica dell’adolescenza che risulta esasperata nel caso dell’anoressia (e dei disturbi alimentari in genere).
La difficoltà a capire e a gestire il proprio modo di sentirsi e il proprio corpo si traduce nel non sapere come porsi rispetto all’altro, soprattutto nelle relazioni più intime, scoprendo un senso di inadeguatezza. La strategia che viene utilizzata per far fronte allo stato di malessere e al senso di incapacità che ne scaturiscono è quella di concentrare la propria attenzione su cose più facilmente gestibili come il controllo del proprio corpo e dell’alimentazione. Controllare il corpo e gli impulsi ad esso legati riduce il senso di destabilizzazione, di inadeguatezza e di imprevedibilità. La possibilità di mantenere il senso di autostima e di autoefficacia passa, oltre che attraverso controllo, anche attraverso il perfezionismo.
Questa caratteristica si osserva sia nell’ambizione a porsi degli obiettivi elevati, a scuola o sul lavoro che nel controllo ossessivo del peso e dell’alimentazione. Qualora non dovessero raggiungere i risultati desiderati vanno incontro a un profondo senso di delusione e di inadeguatezza. L’autostima è legata all’approvazione sociale e dipende dalla percezione di rispondere alle aspettative e ai modelli di efficienza e bellezza proposti dalla società. Così, soprattutto negli adolescenti, diventa fondamentale il giudizio positivo dell’altro relativamente al proprio corpo che cambia. L’attenzione ad una forma del corpo che sia approvata dal contesto sociale può diventare ossessiva tanto da far scattare la molla che porta all’anoressia.
In seguito al dimagrimento eccessivo le modifiche negli equilibri biochimici dell’organismo portano a modifiche del comportamento con sintomi di depressione e irritabilità. Dal punto di vista clinico si distinguono due tipi di anoressia. L’anoressia di tipo 1 caratterizzata dal controllo del peso esclusivamente attraverso la restrizione alimentare e l’anoressia di tipo 2 in cui sono presenti abbuffate seguite da condotte di eliminazione, come nella bulimia.
Dott.ssa Teresa Conti
Psicologa Psicoterapeuta a Bologna (Zona Saffi)
Mi chiamo Teresa Conti, vivo a Bologna, sono iscritta all’ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna con il n. 3421 e il mio orientamento teorico è il modello costruttivista intersoggettivo, in cui mi sono formata presso la scuola di psicoterapia Cesipc di Firenze.
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